Performer
Suraya Hilal è considerata in modo unanime un’artista dallo stile di danza contemporanea unico e originale. Attinge alle sue radici culturali e nello stesso tempo porta avanti una ricerca che, attraverso l’innovazione e un lavoro di tipo teatrale, giunge all’elaborazione di un linguaggio integrato che combina sincreticamente elementi orientali e occidentali. Il sistema del suo lavoro artistico e didattico è conosciuto come Hilal Dance.
Nata a Il Cairo, dove la danza è parte integrante della cultura popolare, Suraya Hilal si trasferisce negli Stati Uniti durante l’adolescenza e qui inizia lo studio sistematico della danza.
Sempre negli Stati Uniti Suraya si laurea in Scienze della formazione, titolo che le permetterà di insegnare in classi di adolescenti con bisogni educativi speciali negli USA e in UK. Durante gli anni dell’università studia biologia e psicologia e parallelamente ha accesso al dipartimento di danza dell’università stessa. Qui inizia la sua ricerca, lo studio e l’analisi comparata della danza moderna occidentale e di quella orientale. Lo Yoga e le arti marziali arricchiscono il suo bagaglio di esperienze nel campo delle pratiche motorie. La danza afro-americana è un’altra passione che la porta a studiare alla Catherine Dunham School.
Lascia gli Stati Uniti e viaggia per un lungo periodo in Medio Oriente e in Africa: è una grande opportunità per ulteriori ricerche e studi sulle forme di musica e danza della sua cultura nativa.
La carriera di Suraya Hilal inizia con la sua partecipazione da solista al Festival di Edimburgo nel 1981, dove tornerà anche nel 1983, e continua con una tournée in Inghilterra. Il periodo che va dal 1983 al 1985 segna una svolta nel suo percorso artistico, infatti sul grande palco del Commonwealth Institute danza sulle musiche dal vivo di un ensemble di otto musicisti nello spettacolo “Return of the Spirit”, che porterà per cinque serate consecutive anche al The Place Theatre di Londra. È l’inizio della collaborazione di Suraya con alcuni musicisti e in particolare con il celebre percussionista Ibrahim el Minyawi, col quale ha condiviso il suo progetto artistico per lungo tempo.
“Ciò che Hilal ha fatto è padroneggiare la tecnica di questo stile alla perfezione … la sua interpretazione ha una sua purezza e nobiltà, che riflettono le origini rituali. ” The Scotsman
“L’intesa tra danzatrice e musicisti è stata una gioia in più. Suraya Hilal è una coreografa delicata e abile oltre che una danzatrice di qualità. Una serata coinvolgente …” The Times, John Percival, at the Commonwealth Institute 1983
Tra il 1989 e il 1993 Suraya continua il suo lavoro col patrocinio del British Arts Council e fonda la Suraya Hilal Dance Company, producendo, in collaborazione con diversi musicisti, “Celebration of the Nile”, “Jewels”, “Black Spring”, “Divine Rites”, “Colorus of Cairo”, “The Beloved”, presentati nei teatri Almeida, Queen Elisabeth Hall, Sadlers Wells e altri. Questi spettacoli vanno in tournée nel Regno Unito e nelle principali capitali europee, con il tutto esaurito ed entusiastiche recensioni. In questo periodo il lavoro di Suraya mette in luce la perfetta integrazione tra danza e musica dal vivo, secondo una nuova interpretazione della tradizione.
Il successo è nella sua vitalità e in un modo unico di mettere in scena danza e musica etnica e contemporaneamente portare avanti il discorso innovativo, iniziato a Edimburgo, e la sperimentazione incessante.
“Lo spettacolo è stato dominato da un turbinio di colori, un ritmo incalzante e movimenti coinvolgenti … pieno di humor, coreografie entusiasmanti ed emozioni diverse …” The Arts Guardian on the Celebration of the Nile, 1989
Durante tutta la sua carriera, Suraya Hilal ha continuato a collaborare con compositori, musicisti, danzatori e artisti internazionali provenienti da diversi settori. Tra queste collaborazioni vi è quella con la regista polacca di teatro, Halina Witek in Olanda nel 1984, che ha prodotto un pezzo unico e moderno chiamato “Sahirah”. Con “Dance Mosaic”, Suraya realizza uno studio coreografico comparativo in collaborazione con danzatori di Kathak e artisti di flamenco e il lavoro viene presentato al The Place, nel 1988.
Ritornando alla sua ricerca personale, nel 1996, Suraya collabora con il compositore Peter Chowdry e la sua orchestra da camera e insieme producono un brano contemporaneo di quaranta minuti chiamato “Journey to Light” che, nella cornice del Queen Elizabeth Hall, culmina con un intenso dialogo tra il primo violino e Suraya.
Nel corso degli anni, il lavoro di Suraya Hilal è oggetto di documentari di Channel 4, ITV, BBC e interviste sulla televisione internazionale. In uno di questi documentari, appositamente commissionato dal regista Terry Braun per “The Late Show” della BBC 2, Suraya danza un originale pezzo coreografico e narrativo che interpreta la canzone di “Al Atlal” della leggendaria Oum Koulthum. La televisione di Granada produce, inoltre, un documentario dal titolo “The Return of the Desert Dancers” in cui viene preso in considerazione lo spettacolo di Suraya “Celebration of the Nile”. Suraya rilascia anche molte interviste radiofoniche, in particolare alla BBC World Radio e alla Woman’s Hour Radio 4.
Nel 1986 Suraya Hilal riceve il premio Greater London Arts Dance Award mentre nel 1989 viene insignita dei premi Digital Equipment e Dance Umbrella Time Out Award.
Ritorna a Il Cairo e al baladi, alla vita e alla musica del popolo e crea “Spirit of the Heart”, uno spettacolo ispirato dalla straordinaria voce della cantante Ruh el Fuad e accompagnato da un ensemble di sette musicisti dell’autentica scuola del baladi. Lo spettacolo viene presentato in anteprima al Queen Elisabeth Hall di Londra e a Manchester nel 1997, per poi essere replicato nei principali festival e teatri d’Europa. La creazione di “Spirit of the Heart” è una pietra miliare nella produzione coreografica di Suraya perché mette in luce i primi germi del linguaggio della Hilal Dance.
“Gli occhi del pubblico sono instancabilmente attratti dal carisma magnetico di Suraya.”
Kopenhagen, Information 1997
“Hilal attraverso le sue coreografie esprime la profondità della cultura egiziana del Sud e del Nord. È riuscita, attraverso il movimento, a coniugare l’espressione culturale e artistica con i costumi sociali.” Al Ahram, 1997
Attraverso la pratica costante del suo bodywork, l’attività didattica e il lavoro di creazione coreografica, nel 2000 Suraya mette a punto un sistema completo di movimento che sta alla base dell’idioma della Hilal Dance. Questa sorprendente intuizione la porta alla realizzazione di “Al Janub”, uno spettacolo con tre danzatori e tre musicisti Sai’di, co-prodotto con la Tanzhaus nrw nel 2002. “Al Janub” riflette l’integrazione coerente tra puro movimento, musica e immagini archetipiche, conciliando una visione contemporanea con quella della tradizione rurale della musica e danza egiziana.
“…la Compagnia si muove con eleganza nello spazio scenico seguendo linee verticali. L’atmosfera muta con la musica e l’autenticità degli abiti, gli assolo pieni di luce, i duetti e i trii trasudano una forte tensione drammatica. I movimenti a canone dei danzatori sono così ricchi e complessi che una scenografia risulta superflua. Suraya Hilal ama la danza astratta e purista.” Westdeutsche Zeitung 2002
La collaborazione di Suraya con Alessandro Bascioni porta ad “Aseel”, che vede sul palco tre musicisti e la coppia artistica, che danza insieme in uno stimolante gioco di scambio di energie, in un alternarsi reciproco di “dare” e “avere”. Questo lavoro, che è stato presentato dal 2004 per due anni consecutivi alla Tanzhaus nrw di Düsseldorf, segna per la prima volta la contaminazione tra musica baladi e danza contemporanea.
“In Khud w’hat (Dare e avere), uno dei pezzi interpretati da Hilal e Bascioni … la coppia ha creato quella che forse potrebbe essere chiamata armonia a distanza. Il contatto tra i due è limitato allo sguardo, i loro corpi non si toccano mai. I movimenti si sviluppano come in un gioco di specchi in una spontanea e gioiosa collaborazione…” Westdeutsche Zeitung 2004
“Oscillations”, presentato nel 2008 al Rothebul Theatre di Stoccarda e alla Tanzhaus nrw e riproposto nel 2009 al Casula di Sydney, è frutto dell’ispirazione suscitata in Suraya dalla sua predilezione per l’oud, il liuto arabo. Dalle corde di questo strumento vibrano note cristalline di pura razionalità, mentre il legno della cassa conferisce loro una calda tonalità sentimentale: è il connubio perfetto che offre a Suraya l’impulso per la sua nuova creazione.
Suraya e Sarah Hamilton, danzatrice australiana, sulle raffinate musiche di Joseph Tawadros, intraprendono un viaggio alla scoperta della matrice più profonda del linguaggio del corpo, esplorando la zona di confine tra l’abbandonarsi al movimento e il controllo dello stesso, che conducono a una creazione coreografica dall’estetica minimalista.
“Oscillation: poesia assoluta” Stuttgarter Nachrichten
Durante la lavorazione di “Oscillation”, la ricerca di Suraya sulle sofisticate musiche di corte del XVIII e XIX secolo e sulle canzoni egiziane degli anni ’40 sfocia nella creazione di “El Mizan”, pezzo che dà risalto alla sua sensibilità coreografica e vede sulla scena quattro danzatori accompagnati da un ensemble di musica classica.
Nel 2011, sotto la suggestione dei fatti della primavera araba, Suraya, invitata a Canberra per creare un nuovo lavoro per la compagnia australiana, produce “Alchimia”, una trasposizione coreografica del concetto di “massa critica”, cioè di come un singolo individuo con i suoi pensieri o le sue azioni possa produrre, energeticamente, un’onda che, travolgendo chi si trova intorno, si propaga e conduce a una rivoluzione che porta a un cambiamento irreversibile della società.
Le composizioni moderne del Trio Joubran rispondono perfettamente all’energia di “Alchimia”, che fu presentato al Belconned Art Center nel 2011 e alla Tanzhaus nrw nel 2013.
“The Beloved Country” (2013) nasce per il Festival dei Popoli di Firenze. In questo spettacolo Suraya è accompagnata da un ensemble di cinque musicisti eccezionali da lei selezionati personalmente. Insieme hanno prodotto una musica coinvolgente e commovente che celebra l’arte del popolo egiziano delle grandi città. Attraverso il caleidoscopio di musica e danza, la malinconia del popolo baladi e le sue storie vengono raccontate attraverso un linguaggio di movimento astratto e potente.
“Una performance di grande impatto emotivo.” LA NAZIONE 2013
“The Cage”, creato per uno spettacolo a Roma, è un assolo di Suraya, che esplora i processi con cui la mente crea i nostri limiti e li distrugge. Il pezzo, costruito sulla suggestiva musica del Trio Joubran, scandisce le fasi del processo: contrazione-espansione, collasso, crescendo, superamento e rottura delle barriere.
“In The Cage il corpo di Hilal, nascosto da un velo di madreperla, esalta l’essenza, l’autenticità e il potere espressivo di questa magnifica danza.” GB. Opera, 2014
“The Winds of Change”, presentato alla Tanzhaus nrw nel 2015 e al Teatro Villa Torlonia di Roma nel 2017, è un elegante ed emozionante ritratto in danza dell’impalpabile natura dello spirito umano. I movimenti fluidi dell’acqua e dell’aria sono una metafora eterea ed enfatica di quelli delle emozioni umane, che Suraya di volta in volta rappresenta alla deriva, turbinanti, in stasi e volteggianti verso l’alto come spinti dal desiderio della luce.
In “Unspoken”, il più recente lavoro di Suraya, gli elementi sono linee, forza, corpi ed energia che contribuiscono a creare una coreografia che intende rappresentare un dramma, nel quale l’energia individuale del singolo viene replicata nel duo, nel trio e nei movimenti corali. L’intenso dialogo tra movimento, spazio e musica viaggia tra l’ascesa e la caduta, con pause, sospensioni e tentativi di esplosione, che tuttavia giacciono sotto una tacita quiete. La musica straordinaria del Trio Joubran accende l’intensità del pezzo, creato per quattro danzatrici in un laboratorio coreografico patrocinato dal Canberra Dance Theatre.